Che cos’è l’otite?
L’otite è tra le più comuni cause di visita medica e prescrizione di antibiotici nel bambino piccolo.
Più del 50% dei bambini di 3 anni ha avuto almeno un episodio di otite e il 25% ne ha avuti almeno 3.
Le otiti più frequenti nel bambino sono:
- Otite media acuta
- Otite media acuta ricorrente
- Otite catarrale
Si tratta di infiammazioni che coinvolgono la parte dell’orecchio che si trova in profondità rispetto al timpano, chiamata cassa del timpano.
La cassa del timpano è proprio una minuscola “cassa di risonanza” dove i suoni provenienti dall’esterno vengono amplificati e poi trasformati per essere trasmessi al cervello.
Come si sviluppa l’otite nel bambino?
L’interno dell’orecchio è in comunicazione diretta con il naso attraverso un tubicino chiamato tuba uditiva o tuba di Eustachio. Questo tubicino mantiene l’orecchio in salute perché consente la fuoriuscita del muco e il ricambio dell’aria. Allo stesso tempo, però, in caso di infiammazione del naso e delle vie aeree, i germi, attraverso la tuba uditiva, raggiungono facilmente l’orecchio.
Nei bambini piccoli, al fondo del naso, accanto allo sbocco della tuba uditiva, ci sono le adenoidi, che fanno parte del sistema immunitario e ci difendono dai germi che respiriamo.
Nell’infanzia sono molto attive e spesso si ammalano determinando frequenti infiammazioni del naso e di conseguenza dell’orecchio.
Come si fa la diagnosi di otite?
La diagnosi di tutte le forme di otite necessita di una visita dal pediatra o dall’otorinolaringoiatra di fiducia con otoscopia, cioè con una valutazione dell’orecchio nella sua parte esterna e media per identificare segni di infiammazione.
Il medico valuta poi approfonditamente naso, bocca, gola e ricerca un eventuale ingrossamento delle ghiandole del collo.
In caso di otite media acuta ricorrente può essere utile una valutazione specialistica anche nel periodo di benessere per valutare la presenza di un eventuale accumulo di catarro nell’orecchio tra un episodio e l’altro di otite e lo stato di salute nasale e delle adenoidi.
A seconda dei casi potranno poi essere necessari approfondimenti con:
- impedenzometria o un esame dell’udito, a seconda dell’età del paziente, per valutare la presenza di catarro accumulato nell’orecchio e l’entità del deficit dell’udito
- endoscopia nasale per la valutazione diretta delle adenoidi
- controllo otomicroscopico dell’orecchio
Cos’è l’otite media acuta nel bambino?
È un’infiammazione dell’interno dell’orecchio, cioè della cassa del timpano, con accumulo di un liquido denso giallastro chiamato pus.
È tipica dei mesi invernali e, in genere, accompagna un’infiammazione stagionale delle vie aeree, in particolare l’infiammazione delle adenoidi o adenoidite.
È causata nel 70%-80% dei casi da virus e nel 20-30% da batteri. Può riguardare un solo orecchio o entrambe.
I sintomi tipici sono:
- Dolore molto intenso causato dal pus che preme sul timpano
- Febbre superiore a 38,5°C
- Fuoriuscita di liquido giallastro dall’orecchio (pus).
- Orecchio ovattato
In caso di infezione particolarmente forte, si accumula all’interno dell’orecchio una quantità eccessiva di pus. Il pus “spinge” sul timpano fino a perforarlo e a riversarsi all’esterno (otorrea) con rapida riduzione del dolore.
Quando sospettare un’otite media acuta in un bambino di meno di 2 anni?
L’otite spesso può presentarsi anche in neonati o bimbi molto piccoli.
È dunque importante sapere quando sospettare l’otite in un neonato:
- Pianto inconsolabile
- Febbre sopra 38,5°C
- Irritabilità
- Sonno disturbato
- Il bambino tocca e tira ripetutamente l’orecchio/le orecchie
- Vomito e inappetenza
Come si cura l’otite media acuta?
In caso di otite media acuta nei bambini sotto i 2 anni o con fuoriuscita di pus dall’orecchio a qualunque età la terapia antibiotica per bocca deve essere iniziata immediatamente al momento della diagnosi medica.
Nei bambini sopra i due anni può invece essere applicata la “vigile attesa”.
La “vigile attesa” è una strategia che consiste nell’osservare il bambino per le prime 48-72 ore, trattando i sintomi con farmaci per febbre e dolore, paracetamolo o altri antiinfiammatori per bocca, senza iniziare una terapia antibiotica.
Se, dopo le 48-72 ore, l’infiammazione persiste o è addirittura peggiorata è necessario iniziare una terapia antibiotica.
Questa strategia consente di evitare l’uso di antibiotici nei casi di otiti virali o batteriche che possono guarire spontaneamente.
Che cos’è l’otite media acuta ricorrente?
Si parla di otite media acuta ricorrente quando il bambino sviluppa più di 3 episodi di otite media acuta in 6 mesi oppure più di 4 episodi in 1 anno.
Quali sono i fattori di rischio dell’otite media acuta ricorrente?
- Età compresa tra gli 1 e 4 anni
- Sesso: i maschi sono più colpiti delle femmine
- Familiarità
- Allergie
- Fumo passivo
- Numero di fratelli e sorelle: incrementano la possibilità di venire a contatto con i germi
- Inserimento precoce in asili nido
- Allattamento artificiale
- Uso del ciuccio
- "Tirare su" con il naso
- Obesità
Quando rivolgersi al medico?
Se il bambino ha più di 2 anni, quando:
- febbre sopra 38,5°C per più di 2-3 giorni
- fuoriuscita di liquido giallastro dall’orecchio
- bambini fragili, cioè con altre patologie importanti (fibrosi cistica, malattie congenite)
Sempre, per bimbi sotto i 2 anni di età!
Come si cura l’otite media acuta ricorrente?
L’otite media acuta ricorrente è trattata episodio dopo episodio con terapia antibiotica come indicato per l’otite media acuta semplice.
Per ridurre il numero di episodi sono poi essenziali la prevenzione e la correzione dei fattori di rischio per lo sviluppo di otite.
Prevenzione
- accurata igiene nasale mediante lavaggi o docce nasali nel bambino piccolo
- insegnare ai bimbi più grandi a soffiare frequentemente e correttamente il naso
- allattamento al seno almeno fino al compimento dei 6 mesi ove possibile
- in caso di allattamento artificiale usare biberon “ventilati” che riducono l’effetto vuoto
Correzione dei fattori di rischio
- non fumare in presenza del bambino
- ridurre l’uso del ciuccio
- correggere l’obesità
- limitare la frequenza alle comunità infantili
L'otite catarrale: che cos’è il catarro nell’orecchio?
Il catarro nell’orecchio, od otite catarrale, è l’accumulo all’interno della cassa del timpano di un liquido inizialmente fluido, che poi diventa denso e colloso, chiamato muco o catarro, senza che ci siano segni di infiammazione acuta dell’orecchio.
È la 1° causa di abbassamento dell’udito nell’infanzia e nella gran parte dei casi è completamente reversibile.
Quali sono i sintomi del catarro nell’orecchio?
I sintomi sono molto sfumati. Nelle prime fasi della malattia quando il catarro si accumula può essere presente un lieve dolore che svanisce rapidamente. Il bambino sente poco, ma a causa dello sviluppo lento del disturbo spesso non se ne accorge e non si lamenta.
Sono i genitori e le maestre a notare che il bambino chiede frequentemente di ripetere, non risponde quando chiamato, parla sempre a voce alta, alza il volume della televisione etc.
Quali sono le cause del catarro nell'orecchio?
L’otite catarrale può essere:
- l’evoluzione di una forma di otite media acuta non guarita completamente: l’infezione è passata ma è rimasto del liquido nell’orecchio.
- la conseguenza di un’ipertrofia adenoidea non curata adeguatamente. Le adenoidi ingrandite “tappano” lo sbocco della tuba uditiva, impedendo al muco di fuoriuscire dall’orecchio e favorendone l’accumulo all’interno della cassa del timpano.
Come si cura l’otite catarrale?
La terapia è mirata sul naso e non sull’orecchio: la causa dell’otite catarrale è da ricercare nel naso e nelle adenoidi che determinano il cattivo funzionamento della tuba uditiva e ha lo scopo di:
- ridurre l’infiammazione e il gonfiore del naso
- ridurre l’infiammazione e il gonfiore delle adenoidi
- con farmaci antinfiammatori locali e in casi selezionati assunti per bocca.
Se la terapia medica non è sufficiente si ricorre alla chirurgia, allo scopo di:
- far uscire il muco tramite un’incisione sul timpano o tramite un tubicino di drenaggio
- rimuovere le adenoidi.
Che conseguenze può avere il catarro nell’orecchio?
Nella gran parte dei casi l’otite media catarrale è una malattia lieve che si risolve spontaneamente.
Tuttavia, alcuni bambini particolarmente vulnerabili, se affetti da un’otite catarrale di lunga durata e ricorrente (più di 6 mesi), possono sviluppare un ritardo nel linguaggio e dell’apprendimento e più avanti disturbi del comportamento e dell’attenzione.
Capiamo come. Il bambino piccolo impara a parlare ascoltando e ripetendo.
Se il bambino sente poco riceve ed elabora ciò che ascolta in modo incompleto e di conseguenza non sviluppa correttamente il linguaggio o va incontro a un peggioramento del linguaggio già acquisito.
Più avanti, quando il bambino va a scuola, un udito normale è necessario per seguire le lezioni senza difficoltà e apprenderne i contenuti. Una riduzione anche lieve dell’udito può determinare affaticamento e facilità alla distrazione con conseguente scarso rendimento.
L’abbassamento uditivo, inoltre, spesso non è riconosciuto e gli insegnanti possono interpretare questi comportamenti come scarso impegno o pigrizia con ripercussioni sulla motivazione e sul comportamento del bambino.
Infine, i bambini che sentono poco tendono a isolarsi rispetto ai compagni ed evitare i giochi di gruppo perché fanno fatica a interagire con gli altri, non sempre capiscono le regole etc.
In conclusione, non tutti i bambini con otite effusiva hanno problemi di linguaggio e comportamento, ma tutti i bambini con ritardo del linguaggio o deficit di attenzione devono essere valutati per escludere la presenza di un’otite effusiva.
Il ritardo del linguaggio si risolve spontaneamente nella gran parte dei casi dopo il recupero uditivo o mediante cicli di riabilitazione logopedica.
Se il bambino sente poco riceve ed elabora ciò che ascolta in modo incompleto e di conseguenza non sviluppa correttamente il linguaggio.
Allattamento artificiale, ciuccio e suzione.
I bambini allattati artificialmente hanno un maggior rischio di sviluppare otite media rispetto ai bambini allattati al seno.
Il latte materno è più ricco di nutrienti rispetto a quello vaccino e contiene anticorpi della mamma che proteggono il bambino dalle infezioni.
Inoltre, il biberon, rispetto al seno, necessita di una suzione più energica che facilita la chiusura della tuba uditiva risucchiando catarro e germi verso l’orecchio. Il rischio è maggiore se la testa del bambino è allo stesso livello dello stomaco (bimbo sdraiato sul braccio della mamma, nel lettino etc) e con biberon “tradizionali” non ventilati, in cui facilmente si crea l’effetto “vuoto”.
L’uso eccessivo del ciuccio, che favorisce una suzione protratta e frequente, determina lo stesso risultato.
Consigli:
- usare sempre biberon ventilati
- meglio allattare tenendo il bambino con la testa in posizione più alta, sollevata, rispetto allo stomaco come se fosse semi seduto
- limitare l’utilizzo del ciuccio.
FAQ sull'Otite nei bambini
Che complicazioni può avere l’otite media acuta nel bambino?
L’otite media acuta, correttamente curata, guarisce nella grande maggioranza dei casi senza conseguenze.
Le complicanze delle otiti medie acute infatti sono rare, ma quando si verificano possono essere particolarmente gravi. Sono dovute all’estensione dell’infezione in profondità nell’orecchio (mastoidite, labirintite) o all’interno della testa (meningite etc) e necessitano di un immediato ricovero in ospedale.
Per questo, si consiglia nei bambini sotto i due anni, se presente febbre persistente per più di 2-3 gg o se vi è fuoriuscita di pus dall’orecchio di rivolgersi al proprio medico/otorinolaringoiatra di fiducia e seguire con scrupolosità le terapie indicate.
L’otite catarrale, l’otite media con essudato e l’otite effusiva sono la stessa cosa?
Sì, sono modi differenti di chiamare la stessa malattia.
Quali sono le caratteristiche tipiche dell’otite catarrale?
È tipica dei bambini tra 1 e 7 anni di età, meno frequente negli adulti e si sviluppa prevalentemente nei mesi invernali.
Circa il 15-20% dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e le elementari presenta un’otite catarrale con abbassamento uditivo.
Quanto dura il catarro nell’orecchio?
L’otite catarrale tipicamente ha un andamento fluttuante, con episodi ricorrenti, soprattutto nel periodo invernale, alternati a periodi di benessere.
La gran parte delle otiti catarrali acute guarisce spontaneamente in 2 - 6 settimane, quando è l’evoluzione di un’otite media acuta parzialmente risolta.
Le forme di otite catarrale da ipertrofia adenoidea, invece, hanno una percentuale di risoluzione spontanea molto più bassa: possono facilmente andare incontro a sovrainfezione batterica con trasformazione in otite media acuta oppure cronicizzare determinando un accumulo di muco nell’orecchio che dura più di 3 mesi.
Che cosa bisogna fare quando il bambino ha l’otite, oltre a curarlo con le terapie prescritte?
Sia in caso di terapia antibiotica che di vigile attesa sono poi consigliati alcuni accorgimenti di ordine generale:
- un’accurata igiene nasale, mediante lavaggi e docce nasali, per allontanare le secrezioni, soprattutto per i bambini che devono imparare a soffiare il naso
- evitare la manipolazione dell’orecchio e il contatto con l’acqua
- riposo a domicilio
- bere molta acqua
Che cos’è L’impedenzometria?
È l’esame che valuta la salute del timpano e la presenza di eventuale catarro all’interno dell’orecchio. Consiste nell’indossare una cuffia su un orecchio e inserire all’interno dell’altro un tappino di gomma morbida. E’ un esame rapido (2-3 minuti), non è doloroso e può essere eseguito a qualunque età.
Come si fa a fare l’esame dell’udito ad un bambino piccolo?
L’esame audiometrico valuta quanto “sente” il paziente cioè la sua capacità uditiva.
Se il bambino ha più di 6 anni: Il medico invia al paziente tramite delle cuffie diversi suoni più o meno forti e il paziente deve dire quando li sente premendo un pulsante o alzando la mano. Dura circa 15 minuti.
Se il bambino ha meno di 6 anni: sono disponibili versioni modificate e adattate dell’esame audiometrico convenzionale (audiometria a riposte condizionate, audiometria comportamentale). Questi esami devono essere svolti in centri specializzati e prevedono l’interazione con stimoli sonori ad alta intensità (tamburo, piatti etc), pupazzi sonori, cartoni animati etc.